|
|
 |
 |
|
 |
 |
|
 |
|
 |
|
|
 |
 |
|
 |
 |
|
 |
|
|
 |
|
Tempo di anniversari: il Liceo Scientifico "Galilei" di Macerata ha celebrato i suoi 80 anni
È stato, 80 anni fa, il primo liceo scientifico nelle Marche. Istituto assieme ad altri 26 in Italia a seguito della riforma "Gentile", il Liceo "Galileo Galilei" di Macerata ha aperto infatti i battenti il 1° ottobre del 1923. La nuova scuola aveva esplicitamente il compito di preparare agli studi universitari nelle facoltà di scienze, medicina e chirurgia i giovani della buona borghesia di tutta la regione. E Macerata fu scelta perché "madre degli studi della regione marchigiana".
E lo scorso 24 aprile professionisti, politici, professori universitari e militari, tutti ex allievi dell'istituto maceratese, si sono ritrovati per festeggiare gli ottant'anni della propria scuola, per ripercorrerne, con il giornalista Giancarlo Liuti, la storia, da quando le classi erano divise fra maschi e femmine e passeggiare per il corso con una ragazza era il massimo dell'ardimento al nuovo conformismo dei giorni d'oggi, passando per gli anni ribelli attorno al '68. Tra di loro, Gian Gregorio Carnevale, generale dell'esercito e membro della spedizione "Overland", Giulio Conti, medico e parlamentare di Alleanza Nazionale, Giorgio Meschini, ingegnere e sindaco di Macerata, Redo Fusari, direttore dell'Osservatorio Geofisico della città, l'attuale preside del classico "Leopardi", Marina Vialetti, e diversi altri che hanno poi proseguito il loro percorso come chimici, biologi, veterinari e hanno avuto incarichi di prestigio a Roma o Milano nell'esercito o nelle università.
"Inizialmente - spiega il dirigente scolastico Enrico Verdinelli - il liceo scientifico è stato un po' come il fratello povero del classico. Infatti, ad esempio, non permetteva l'accesso alle facoltà di lettere e giurisprudenza. Poi le cose sono cambiate rispetto alla riforma Gentile, tutta basata sul valore della filosofia e delle lettere classiche, la cosiddetta 'cultura disinteressata', quando si è cominciato invece a pensare a un'istruzione che fosse anche capace di collocare i giovani nel mondo".
| |
|