Diritto di replica. La risposta dell’USR Marche alle dichiarazioni dei sindaci di San Paolo di Jesi e Poggio San Marcello per la mancata attivazione delle classi prime di scuola primaria pubblicate in recenti articoli dell’edizione di Ancona de “Il Resto del Carlino”
(Ancona, 2 ottobre 2021) Alle polemiche sollevate in questi giorni da alcuni sindaci della Vallesina circa la chiusura di plessi del proprio territorio risponde l’Ufficio scolastico regionale precisando innanzitutto che l’azione del funzionario pubblico non è dettata da intenzionalità personali, ma dal dovere di applicare la norma così come approvata dai competenti organi politici.
Al Ministero dell’Istruzione, di cui l’USR è un’articolazione sul territorio, non spetta inoltre “chiudere” i plessi delle scuole, perché questi sono previsti dalla rete scolastica approvata dalla Regione. All’USR compete invece l’attivazione delle singole classi in base al numero degli iscritti (per la primaria almeno 15 o 10 nei comuni montani), assegnando ad esse il relativo personale scolastico. Ne segue che se nel plesso previsto dalla rete scolastica non vi è un numero sufficiente di alunni per formare le classi, quel plesso rimane “inattivo”. Questo accade inevitabilmente laddove il numero dei plessi previsti è sovradimensionato rispetto alla popolazione scolastica.
All’USR compete inoltre la verifica dell’efficienza dell’attività didattica secondo standard definiti e dell’efficacia della stessa rispetto ai livelli di prestazione stabiliti dagli ordinamenti scolastici.
A questo proposito va ribadito che l’efficacia dell’attività didattica declinata nell’offerta formativa è meglio assicurata da classi ordinarie omogenee per età, mentre la costituzione delle pluriclassi è prevista nei Comuni montani laddove gli indici di funzionalità didattica (tra cui la distanza tra punti di erogazione del servizio) non possono essere rispettati, anche perché la loro istituzione comporta inevitabilmente una diminuzione delle ore di docenza per ciascun gruppo di età proporzionale al numero delle classi accorpate, con oggettivo pregiudizio per l’alunno e famiglie.
I punti di erogazione di scuola primaria “Scuppa” di San Paolo di Jesi e “Leopardi” di Poggio San Marcello sono ubicati in Comuni non montani e risultano a brevissima distanza, cioè con tempi di percorrenza di 7/8 minuti con il mezzo pubblico, dalle sedi dell’Istituto Comprensivo “Gigli” (plesso Pianello Vallesina) ed “Urbani” (plesso di Macine Castelplanio), dei quali peraltro fanno rispettivamente parte.
Nei plessi “Scuppa” e “Leopardi” il numero di alunni per classe è da 5 anni inferiore al minimo consentito a legislazione vigente per formare le classi e l’andamento demografica purtroppo non consente di prevedere un’inversione di tendenza nel futuro medio prossimo. Inoltre, nelle scuole di appartenenza di questi due punti di erogazione il numero di alunni per classe è prossimo al minimo, con tendenza alla riduzione degli iscritti.
Considerato pertanto il più che fondato rischio per l’USR di non poter istituire classi nei prossimi anni scolastici nei punti di erogazione primaria “Scuppa” di San Paolo di Jesi e “Leopardi” di Poggio San Marcello, nonostante le somme eventualmente investite dall’amministrazione comunale sugli edifici che li ospitano, nonché l’attuale difficoltà a mantenere il numero minimo di alunni anche nelle vicine sedi dell’Istituto Comprensivo “Gigli” (plesso Pianello Vallesina ) e “Urbani” (plesso di Macine Castelplanio), l’amministrazione scolastica ha rappresentato tale problematica agli enti locali e alla Regione, fornendo il proprio supporto tecnico nell’ambito del parere che obbligatoriamente deve esprimere sui provvedimenti di loro competenza, al fine altresì di assicurare la migliore integrazione dell’azione degli organi statali e territoriali coinvolti.
D’altronde, per invertire il fenomeno del calo degli alunni nei piccoli centri dell’entroterra non è certo sufficiente la previsione di un numero di alunni per classe sempre più ridotto, ma sono necessari ulteriori interventi preventivi e iniziative programmatiche in capo alle amministrazioni competenti, non esclusa, ovviamente, quella comunale. Gli interventi attuali sull’attivazione o meno delle classi non pregiudicano peraltro la possibilità di un futuro incremento del numero degli alunni, al prospettarsi del quale, come unanimemente auspicato, si garantisce la formazione di nuove classi.
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