“L’affermazione «Vogliono farci tenere i bambini a casa» è priva di ogni fondamento”. La risposta del direttore generale dell’USR Marche sul caso degli alunni del “Bignamini”
(Ancona, 5 ottobre 2018) “Per quanto riguarda l’Ufficio scolastico regionale, l’affermazione «Vogliono farci tenere i bambini a casa», riportata in virgolettato dall’articolo pubblicato da “Il Resto del Carlino di Ancona il 5 ottobre scorso, è priva di ogni fondamento”.
Così il direttore generale dell’USR Marche, Marco Ugo Filisetti, risponde a quanto pubblicato dal quotidiano il 4 e 5 ottobre scorsi in merito alla supposta privazione del servizio d’istruzione a favore dei bambini diversamente abili iscritti all’Istituto comprensivo Falconara Centro e frequentanti la sede dell’Istituto Bignamini.
Il servizio d’Istruzione è assicurato, prosegue Filisetti, fermo restando che “il sistema d’istruzione nazionale non prevede l’istituzione di classi o sezioni formate da soli studenti diversamente abili, stante la finalità inclusiva perseguita dal sistema stesso in base alla normativa vigente, cui l’USR si è attenuto”.
“Nessuno dei i bambini diversamente abili iscritti alla scuola falconarese – assicura il direttore - è stato privato, anche solo in parte, del servizio d’istruzione, che per alcuni di essi viene erogato presso il Bignamini, né vi è alcun motivo per affermare che tale servizio verrà abrogato nel futuro”.
“Per consentire lo svolgimento del servizio – spiega Filisetti - sono state assegnate alla scuola le risorse necessarie previste dalla norma, mentre è stato istituito un gruppo di studio per valutare al meglio le modalità di svolgimento dell’attività didattica all’Istituto Bignamini, le diverse figure da coinvolgere, considerata la particolarità degli utenti e lo specifico contesto, la misura del coinvolgimento delle stesse e le relative competenze e ambiti di responsabilità”.
“Il gruppo – conclude – sta già lavorando approfondendo l’analisi della normativa ed esaminando le buone pratiche e le diverse esperienze diffuse a livello nazionale anche rapportandosi con il sistema socio-sanitario della Regione e con il sistema socio-assistenziale dei Comuni”.
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