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Scuola. Nessun taglio agli organici ma un calo della popolazione scolastica non solo nelle aree interne
E la programmazione dell’offerta formativa superiore deve rispondere alle esigenze del sistema socioeconomico e produttivo locale
(Ancona, 8 luglio 2022) Nessun taglio degli organici ma un’evoluzione che negli ultimi tre anni ha fatto registrare una decrescita sia del rapporto alunni classi che del rapporto docenti alunni. È quanto precisa l’Ufficio scolastico regionale in merito alle dichiarazioni di alcuni esponenti sindacali apparse sulla stampa a margine di un convegno interprovinciale della UIL Scuola. Il rapporto alunni classi è infatti calato negli ultimi anni da 18,59 a 18,08 nella primaria e da 21,21 a 20,90 nella scuola secondaria di primo grado. Solo per le superiori si registra, temporaneamente, un lieve aumento dell’indice (da 21,40 a 22,50). Un fenomeno comprensibile dato che l’organico dei docenti è rimasto per lo più invariato, mentre il numero degli alunni cala vistosamente di anno in anno. Tanto che anche il rapporto docenti alunni è calato negli stessi anni, da 1,87 a 1,56.
Quanto al problema dello spopolamento delle aree interne, bisogna chiedersi cosa vuol dire che gli alunni non possono andare a scuola nei propri territori. Se con questa espressione si intende disporre di un punto di erogazione a una distanza di non oltre dieci minuti circa di percorrenza, si può affermare che pressoché tutti gli studenti del primo ciclo nelle Marche frequentano la scuola nel proprio territorio. Se significa altro, occorre puntualizzare cosa si intende per altro uscendo dal generico, fermo restando che la riduzione della popolazione scolastica - e purtroppo non solo nelle aree interne - è avvenuta nonostante la presenza delle scuole. La riduzione del numero delle classi attivate e dei plessi funzionanti è conseguenza della diminuzione della popolazione e non il contrario.
L’efficacia dell'attività didattica necessita, nell’interesse degli alunni, l’istituzione di punti di erogazione secondo gli indici di funzionalità didattica stabiliti per norma, oltre che di edifici scolastici appropriati e di personale scolastico selezionato al meglio in ingresso e responsabilmente formato e aggiornato anche attraverso il confronto con le realtà del lavoro. La polverizzazione dei punti di erogazione specie nel secondo ciclo a discapito della loro funzionalità didattica in alternativa alla creazione di servizi educativi residenziali, la confusione delle tipologie per istituzione scolastica, il sottodimensionamento delle medesime istituzioni sono tutti vettori a danno dell’efficacia didattica.
Infine, il tema degli indirizzi per la scuola secondaria, che, si ricorda, sono previsti, anche con riguardo ai licei ad indirizzo musicale, in ragione delle esigenze espresse dal sistema socioeconomico e produttivo locale: una diffusione in funzione esclusivamente territoriale a prescindere dal contesto economico e produttivo non è condivisibile. Il maggior impegno dovrebbe essere rivolto quindi a migliorare la capacità di una corretta lettura delle esigenze del contesto in funzione della quale programmare l'offerta formativa, escludendo ragioni meramente locali o del tutto occasionali.
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