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Replica dell’Ufficio Scolastico Regionale per le Marche all’articolo «Porto d’Ascoli, i genitori mettono una classe in quarantena. Tutti a casa: “Poca chiarezza con la gestione dei contagi”»
(Ancona, 11 dicembre 2020 ) “La messa in quarantena dei docenti della scuola secondaria di I grado non è un automatismo, ma discende da una specifica valutazione degli elementi di “contact tracing” attuata dal Dipartimento di prevenzione dell’Area Vasta, unico ente competente in merito, e tiene conto anche dei protocolli di sicurezza adottati dal personale scolastico nell’esercizio della propria attività per cui, salvo situazioni particolari, lo stesso è tenuto ad un adeguato distanziamento e all’uso di dispositivi individuali di protezione”. Interviene l’Ufficio scolastico regionale sulla vicenda della classe della scuola media “Cappella” di Porto d’Ascoli, parte dell’Istituto comprensivo Sud di San Benedetto del Tronto, dove, al termine della quarantena, i genitori di una classe hanno deciso di non mandare i ragazzi a scuola e di proseguire con la didattica a distanza perché non erano stati coinvolti nella quarantena stessa anche i professori.
Il nodo di questa come di altre vicende analoghe è il concetto di “contatto stretto”, che, come spiegato dal Dipartimento di prevenzione, riguarda i rapporti tra i compagni di classe di un alunno positivo (con referto di positività al test molecolare rilasciato da un laboratorio validato e autorizzato) nelle scuole secondarie di I e II grado, ma non necessariamente i loro docenti. L’automatismo della messa in quarantena degli insegnanti scatta invece per la scuola dell’Infanzia e primaria, per cui solo per costoro è disposta, di norma, la quarantena. La scuola deve pertanto solo attenersi alle disposizioni emanate di volta in volta dal Dipartimento per la prevenzione.
In ogni caso, la dirigenza scolastica provvederà a una adeguata azione di informazione delle diverse componenti della comunità scolastica mediante il loro coinvolgimento durante il prossimo consiglio di istituto.
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