Replica all’articolo “Rebus classi al Convitto: bambini esclusi” pubblicato nell’edizione di Macerata de “Il Resto del Carlino” del 10 marzo 2021 (pag. 7)
(Ancona, 11 marzo 2021) Il numero di educatori assegnabile al convitto di Macerata non consente un incremento di iscritti tale da autorizzare la previsione di una ulteriore sezione per la scuola primaria annessa. È la risposta dell’Ufficio scolastico regionale all’ennesima polemica sorta attorno alla questione della definizione delle classi istituibili nella scuola annessa al Convitto nazionale di Macerata
Bisogna ricordare innanzitutto che, come istituzione, i convitti nazionali, curati da educatori e non da docenti, sono simili a collegi, storicamente nati per permettere la frequenza alla scuola anche ad allievi di famiglie disagiate provenienti da piccole località prive di istituti scolastici superiori, offrendo un servizio residenziale o un semiconvitto maschile e femminile. Gli iscritti ai convitti nazionali possono frequentare, laddove istituite, le relative scuole annesse a essi riservate.
L’organico degli educatori assegnabile ai convitti non è pertanto incrementabile in ragione della popolazione in obbligo scolastico e delle relative domande di iscrizione al servizio scolastico, mentre il numero di iscrizioni ai convitti non può eccedere la disponibilità di organico ad essi assegnabile. Conseguentemente il numero dei frequentanti le scuole annesse ai convitti non può eccedere il numeri di studenti iscrivibili agli stessi, fermo restando che il dovere di iscrizione alle scuole per l’assolvimento dell’obbligo scolastico non comporta, come noto, l’obbligo di frequentare un convitto.
Nel caso di Macerata il Convitto nazionale è occupato prevalentemente dagli alunni provenienti dalla città in età della scuola primaria e della scuola secondaria di I grado le cui famiglie desiderano fruire di un tempo scuola più ampio rispetto al tempo normale, oltre che di un servizio scolastico di qualità, come ovviamente lo deve essere da parte di tutte le scuole.
L’esigenza di un maggior tempo scuola da parte delle famiglie è soddisfatta da un offerta formativa a tempo pieno resa dagli istituti facenti parte del sistema pubblico nazionale di istruzione. La scuola primaria annessa la Convitto nazionale di Macerata non è volta a rispondere a tale esigenza perché non può offrire il tempo pieno ma esclusivamente il tempo scuola normale.
Per rispondere all’esigenza di un maggior tempo scuola da parte delle famiglie nel territorio del Comune di Macerata è presente un’offerta formativa a tempo pieno da parte degli Istituti Comprensivi “Mestica”, “Dante Alighieri” e “Fermi”, ai quali possono rivolgersi, con libera scelta, le medesime famiglie che desiderano avvalersi di una scuola a tempo pieno, fermo restando che tutte le scuole debbono rendere un servizio di qualità.
L’Ufficio scolastico regionale ha peraltro manifestato da tempo l’opportunità che al Convitto nazionale di Macerata sia annessa una scuola superiore della città che ha un bacino d’utenza provinciale, così da consentire a tutti i giovani della provincia del territorio di poter fruire dell’offerta formativa desiderata, ma della quale non possono avvalersi per le condizioni disagiate della famiglia o per la distanza della propria residenza.
Appare infatti incongruo che tali giovani siano privati del diritto allo studio per destinare il Convitto Nazionale a una funzione impropria rendendo altresì sottodimensionata e, quindi, senza dirigente scolastico e dirigente amministrativo, la scuola superiore con bacino d’utenza provinciale, non potendo la medesima accogliere tutti i potenziali studenti, anche se meritevoli, solo perché di famiglie disagiate o residenti ai margini della provincia.
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