|
|
 |
 |
|
 |
 |
|
 |
|
 |
|
|
 |
 |
|
 |
 |
|
 |
|
|
 |
|
"All the invisible Children": il contributo del cinema alla causa dell'infanzia negata
Nel corso della 55a edizione del Festival del Cinema di Venezia è stato presentato, fuori concorso, il film "All the invisible Children", composto di sette episodi girati dai registi Mehdi Charef, Emir Kustarica, Spike Lee, Katia Lund, Ridley e Jordan Scott, Stefano Veneruso e John Woo e centrato sul tema dell'infanzia negata.
Gli episodi del film, ambientati in realtà geografiche distanti nello spazio e culturalmente diverse, riescono a dar voce ai "bambini invisibili" vittime della guerra, della miseria, dell'Aids, della solitudine e dell'incomprensione degli adulti. Sette storie che, per la pregnanza comunicativa della narrazione per la qualità della resa cinematografica, che tocca una grande varietà di toni, si rivelano strumenti di grande efficacia per richiamare l'attenzione sul tema dell'infanzia dimenticata e far crescere la consapevolezza che, da Oriente a Occidente, nei paesi ricchi come in quelli poveri, sono soprattutto i più piccoli e i più deboli a pagare le conseguenze degli errori e dell'indifferenza degli adulti.
La visione della pellicola, in proiezione nelle sale cinematografiche italiane dal 3 marzo, si propone senza dubbio come un'esperienza formativa particolarmente raccomandata anche per gli studenti delle scuole superiori.
I sette registi di "All the invisible Children" non hanno ricevuto alcun compenso per il loro lavoro e i proventi della distribuzione, curata in Italia da RAI Cinema, confluiranno in un fondo, coordinato dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri destinato alla realizzazione di programmi elaborati in cooperazione con le Agenzie delle Nazioni Unite, in particolare con il World Food Programme e l'UNICEF.

| |
|