“Fumo nero”: presentato dalla Regione, in occasione della Giornata delle Marche, il libro di Paola Cecchini sulla tragedia di Marcinelle
Presentato a Pesaro, il 2 dicembre scorso, il volume “ Fumo nero. Marcinelle 1956- 2006 ” , edito dalla Regione Marche e scritto da Paola Cecchini, giornalista dell'ente. Il libro, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero degli Italiani nel Mondo, ricostruisce due eventi importanti per la storia dell'emigrazione italiana in Belgio: il sessantenario della stipula del primo Protocollo italo-belga (23 giugno 1946) e il cinquantenario della tragedia mineraria del Bois du Cazier a Marcinelle (8 agosto 1956), che del primo è diretta conseguenza.
Tra il 1946 e il 1960, oltre 230.000 giovani uomini lasciarono un'Italia semi-distrutta da una guerra persa ed affluirono in Belgio a seguito di quello che è passato alla storia come accordo minatore-carbone : cinquantamila lavoratori italiani in cambio della fornitura mensile di carbone belga, a condizioni convenienti, per ogni mille lavoratori inviati.
Secondo i dati forniti dal Ministero per gli Italiani nel Mondo, furono 867 i minatori morti nelle miniere belghe dal 1946 al 1963, di cui oltre 250 tra il 1950 ed il 1953.
La miniera di Marcinelle, in particolare, non era stata concepita per il passaggio simultaneo di condotte idrauliche, elettriche e dell'olio sotto pressione, come invece avveniva.
In funzione dal 1822, le sue attrezzature non erano state modernizzate e nessuna protezione anti-incendio era disposta sul fondo. Le porti frangi-fiamma erano in legno e le maschere antigas non erano previste. Due incidenti gravi vi erano già occorsi: nel primo (1906) avevano trovato la morte venti minatori, nel secondo (1930) quaranta. Nulla però fu fatto per evitare la sciagura, diventata la più conosciuta della storia mineraria (la più grande tragedia, almeno in tempi moderni, si è invece consumata a Corrières, nella regione francese del Pas de Calais, con 1376 morti). Nessuna responsabilità fu attribuita alla società titolare del Bois du Cazier, nonostante l'accertamento di numerose negligenze a carico della stessa.
Come è successo tante volte e succede ancora, anche a Marcinelle si preferì addebitare la sciagura ad errore umano (nel caso specifico ad un italiano, prosciolto da ogni accusa soltanto al termine del lungo procedimento giudiziario).
L'emigrazione in Belgio ha coinvolto anche le Marche: oltre 8200 furono i corregionali espatriati nel periodo 1950-1982. Il libro riporta le testimonianze delle famiglie delle dodici vittime marchigiane: nove originarie della provincia di Pesaro e Urbino, due della provincia di Macerata, una di quella anconetana.
Il libro, che rappresenta il secondo atto del progetto “Phoenix. Viaggio nella memoria” , ideato dalla Regione Marche per raccontare l'emigrazione marchigiana nel mondo, è corredato da un glossario minerario, da un'appendice documentaria (che riporta i documenti più significativi sull'argomento), da un'appendice giornalistica (che ci fa rivivere quanto successo all'epoca delle varie sciagure) ed una corposa appendice statistica (che ricostruisce l'attività di italiani e stranieri nei bacini carboniferi del cosiddetto pays de la cocagne.

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