Qualcuno ha scritto che è un libro da mettere tra le mani di ogni allievo che ha un giorno detto di non aver voglia di studiare. In "In fuga dalle tenebre", Jean-Paul Pougala, giovane imprenditore camerunese di formazione europea (è membro del Comitato centrale del Movimento Federalista Europeo e fa parte del Movimento Federalista Africano e Mondiale) racconta infatti come la "scuola, sempre la scuola, ancora la scuola, fino alla nausea" ha potuto salvarlo dalla schiavitù e cambiare il suo destino, nonostante le difficili condizioni di partenza di miseria estrema in Africa, peggiorate dal razzismo in Italia.
In Camerun Pougala è figlio di un notabile, ma vive in una società patriarcale e in una condizione di schiavitù familiare, infantile e adolescenziale dove la frusta è lo strumento di potere principale dei bianchi nei confronti dei neri e di questi, all'interno delle proprie famiglie, nei confronti di chi è più debole. Il padre, che ha trenta figli da varie mogli e che permette di andare a scuola solo al primo maschio di ciascuna, decide a un certo punto di cacciarlo di casa con la madre. Il giovane tenta allora la via dell'emigrazione e si ritrova a studiare in Italia, all'Università di Perugia, finanziando questi studi facendo il lavapiatti clandestino nei ristoranti di notte e il venditore ambulante di giorno e raccogliendo i pomodori d'estate.
"La lettura - ha scritto Roberto Palea, presidente del
Centro Einstein di studi internazionali sul federalismo di Torino - aiuterà ciascuno di noi a comprendere tutti i riflessi, anche psicologici, di quanto l'Europa ha fatto e di quanto dovrebbe fare e non fa nei confronti dell'Africa; e a trovare conferma della necessità di avviare un processo di definitiva rappacificazione e di costruzione, mediante il federalismo, di un percorso comune fondato sulla piena parità e lo spirito di solidarietà con tutte le popolazioni e le loro istanze democratiche
L'autore sta effettuando un vero e proprio "tour" nelle scuole italiane. "Sto cercando di comunicare ai giovani - spiega l'autore in un'intervista al quotidiano locale "Il Tirreno" - quanto siano le difficoltà per poter emergere da una realtà difficile come l'Africa e di come sia più fortunato chi ha la possibilità di nascere e crescere in un contesto diverso. È utile che i giovani non disperdano la voglia e la possibilità di essere protagonisti in prima persona del proprio futuro: cioè di essere al 100% cittadini del mondo".