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Un collezionista d'arte di Pesaro interessato a uno dei totem allestiti dall'Istituto d'Arte di Ancona per la mostra di design "La bellezza delle cose"
Ha rappresentato un evento di estrema importanza per le Marche il recente convegno "La bellezza delle cose", svoltosi ad Ancona dal 9 marzo al 15 giugno scorsi e organizzato dal Comune e dalla Provincia del capoluogo, dalla Regione, dall'Associazione per il Design Industriale e altri enti culturali, economici e di categoria. Si è trattato della prima mostra che confronta il design italiano, attraverso il suo massimo premio, il Compasso d'Oro ADI, e il design di un territorio, rappresentato dalla produzione della nostra regione. L'iniziativa ha dimostrato la grande attenzione della principale associazione italiana per il disegno industriale nei confronti delle Marche, concretizzatasi nella nascita della delegazione regionale ADI, che ha assunto come impegno iniziale l'istituzione del primo Osservatorio permanente del Design in Italia.
Ma al di là di tutto questo l'evento è stato importante anche per la scuola di Ancona, coinvolta grazie alla collaborazione culturale ed organizzativa (soprattutto per la pubblicizzazione in città della mostra) offerta agli organizzatori dai ragazzi e dagli insegnanti dell'Istituto d'Arte "Mannucci" e valutata in termini estremamente positivi dai responsabili della Fondazione Mole Vanvitelliana. E in coda a questa importante esperienza un piccolo "scoop": un collezionista d'arte di Pesaro si sarebbe interessato a uno dei "totem" allestiti dagli studenti del "Mannucci" e disseminati tra la stazione e il Lazzaretto per indicare il percorso di accesso alla mostra, rappresentante una mano, opera della ragazza Zaira Biby Rengony, chiedendo di poterlo acquisire nella sua galleria privata. Merito sicuramente dell'autrice, ma anche l'ennesimo indicatore della qualità del "sistema scuola" marchigiano.
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