"Discoli di ieri e bulli di oggi": a l'Aquila presentato un libro pubblicato dal Centro Giustizia Minorile della città
Presentato la scorsa settimana a l'Aquila il libro "Discoli di ieri e bulli di oggi" curato da Paola Durastante per il Centro Giustizia Minorile della città, organo decentrato del Ministero della Giustizia istituito presso ogni Corte d'Appello.
La storia della giustizia minorile in Italia ebbe inizio con il regio decreto legge 1404 del 20 luglio del 1934, con cui venne istituito il Tribunale per i minorenni. In quegli anni, la giustizia minorile si occupava per lo più di minori "discoli e monelli", ragazzi che marinavano la scuola, commettevano piccoli furti o frequentavano cattive compagnie, i quali già dalla tenera età di nove anni, venivano ricoverati in collegi di grandi dimensioni (case di rieducazione), adatti ad ospitare una media di duecento minori.
Le storie di questi ragazzi si somigliano un po' tutte negli anni. Ragazzi "vivaci", che oggi definiamo "bulli" nel termine lato e non nel suo significato originario.
Nei collegi si insegnava al ragazzo un mestiere, che avrebbe poi potuto aiutarlo nella vita. Il lavoro è un presupposto di fondamentale importanza per la rieducazione. Oggi, quelle che un tempo erano definite case di rieducazione, non esistono più, ma il loro compito, in qualche modo, viene svolto dalle attuali comunità.
Dopo settant' anni di storia, i ragazzi vivaci di un tempo possono essere, oggi, i cosiddetti "bulli"? E come possono essere rieducati? Il libro racconta attraverso foto, cartoline antiche e immagini di documenti unici, la storia dei nostri "bulli" di un tempo ma intende anche proporre alcuni spunti che potrebbero essere utili per intervenire su una nuova generazione di adolescenti ben diversi, e molto, molto più "discoli".
La copertina del libro